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Sono solamente passato dall'altra parte

"Sono sono solamente passato dall'altra parte. È come  se fossi nascosto nella stanza accanto. Io sono sempre io e tu sei sempre tu. Quello che eravamo prima l'uno per l'altra lo siamo ancora. Chiamami con il nome che mi hai sempre dato, che ti è familiare. Continua a ridere di quello che ci faceva ridere, di quelle piccole cose che tanto ci piacevano quando eravamo insieme. Perchè dovrei essere fuori dai tuoi pensieri e dalla tua mente? Non sono lontano, sono dall'altra parte, proprio dietro l'angolo. Rassicurati, va tutto bene. Asciuga le tue lacrime e non piangere.
 Se mi ami il tuo sorriso è la mia pace."

Amputazione. Mancanza di una parte del corpo che ritieni fondamentale per svolgere azioni basilari da svolgere quotidianamente. Taglio netto di una mano. Una gamba. Un occhio o un orecchio. Metà rene, metà fegato. Un solo polmone. Le statistiche raccontano di episodi di gente che continua a vivere in questo modo. Ma di vite che continuano a vivere con metà cuore non si è mai sentito.  Eppure io vi dico di parlare con ragazzi che hanno vissuto, sfortunatamente, la perdita di uno dei due genitori in età prematura. Eccomi, io sono una di quei ragazzi e posso assicurarvi che è tale la sensazione che si prova. Affrontare la vita, partendo dall'azione più comune, può trasformarsi in azione più difficile al mondo. Perché non si è più sicuri, non si è più forti e impavidi ma scoperti e impauriti. Con la paura che in un attimo tutto può cambiare di nuovo e che indietro non si torna. Non è vero che poi diventi più forte. Diventi più fragile perchè hai capito cosa fa la morte. 

Con il tempo ho capito perché continuavano a ripeterti forza. Ora devi avere tanta forza. Forza?! E per cosa? Quando il mondo ti crolla sotto i piedi e non sai da dove ripartire. Quando in testa tutto rimbomba e negli occhi hai solo voto di persone che emettono suoni e tu ci provi a capire cosa dicono ma il senso di ovattato è così talmente forte e lasci spazio alle lacrime. Con il tempo ho dato peso a quella parola. Ed è vero. Forza e coraggio da darsi da sola. Perchè quando ti laurei e manca tuo padre con cuoi vorresti festeggiare e festeggiarci ci vuole forza. Quando ti sposi e senti che tra tutti gli applausi mancano proprio i suoi ci vuole forza. E quando in piena notte, sola, lontana chilometri da cas, portano tuo fratello in ospedale diagnosticandogli un' appendicite pericolosa ci vuole molta forza e coraggio. Perché trascorrere la notte di Natale al ciglio del letto di tuo padre in ospedale ci vuole forza. A soli 20 anni anche un po' d' incoscienza mista ad amore. Forza quando un giorno mi sposerò e all'altare arriverò sola. Perché ci sono ruoli che abbiamo dato ad altri ma che ci vuole tempo e maturità per farlo e questa vita non ci ha concesso tempo per vivere le sue fasi ma ragazzini e uomini. Subito. Forza per mamma. È una donna già straordinariamente grande di suo e noi suoi gioielli di quella corona per quella regina in quotidianità. Forza per affrontare questa vita. Pesante di suo ma insieme sarebbe stato meno difficile. Forte per quegli scricchioletti che Dio o chi per lui vorrà donarci. Forza per veder scorrere questa vita, costellata da successi e di piccoli errori ma senza te. 

Poi non riesci a spiegarti come lacrime di gioia immensa si trasformino in dolore puro che ti lacera. Che quel tuo dolore vorresti non farlo provare a nessuno ma invece proprio alle persone che più ami sono al varco di quel club. E tu non puoi fare nulla. Assolutamente nulla ma solamente stringerti al dolore come solo chi ha vissuto nelle sue vene, ossa e pelle, anima e cuore quel dolore.
Consapevole di quello che verrà. 

Ciao Michele. 





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