Mi prende così a volte. Irrefrenabile voglia di affondare le dita nel burro, rompere uova con legiadria ma con entrambe le mani. Che già mi sforzo a mettere il mascara con la mano sinistra. Sfogliare ricettari della nonna e assaggiare i risultati con la stessa convinzione di Cracco. Elencando ingredienti che manco l'Anonellina nazionale.
E' chiaro anche ai più che io e i fornelli viaggiamo su due binari nemmeno molto paralleli. Ma a volte mi prende così. Una di quelle volte mi ha preso ieri mattina. Domenica, ore 9.00. Litri di acqua effetto detossina sperando che si prenda cura anche del caro amato fegato. ispirazione e ricettario alla mano mi sono divertita. Mettendo cuore e anima come solo chi ci crede sa fare.
INGREDIENTI:
150gr farina;
2 uova;
Un pizzico di sale;
25gr di burro;
200ml di latte;
Lievito;
Zucchero a velo (a iosa, sempre!);
15gr di zucchero;
PREPARAZIONE:
Cominciamo a dividere i tuorli dagli albumi. Un pò come quando lo facciamo con gli uomini. Hogan/no Hogan. Versiamo i tuorli in un recipiente, successivamente latte e burro e mescoliamo il composto con una forchetta. In un secondo passo misceliamo farina e lievito, già precedentemente mischiati e setacciati. Montiamo l'albume con un pizzico di sale e zucchero. Procediamo ad unire i due impasti preparati mescolandoli delicatamente dall'alto verso il basso per consentire un impasto omogeneo e privo di grumi.
Mettiamo una padella antiaderente a riscaldare a fiamma bassa aspettando che l'impasto lieviti.
Prepariamo-Ci a versare l'impasto al centro del tegame e lasciamo che si allarghi da solo, senza fare movimenti con il tegame. Quando l'impasto sarà dorato lo giriamo come se fosse una creape. E qui vi voglio!! Fatto anche l'altro lato lo poggiamo in un piatto e procediamo mano mano a farne altri. Con la stessa maestria li impiliamo uno sull'altro. Ottimi da mangiare caldi con zucchero a velo e sciroppo d'acero-o miele- a iosa, che non si dica che da queste parti si hanno le braccine corte.
Frutta e doppio caffè con latte di mandorle e vi assicuro che la giornata ha un'altra svolta. Poi ci pensano gli uomini a stravolgerla.
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